“La mia vita è stata martoriata. Sono stato cinquant’anni senza parlare di queste cose: prima c’era silenzio, poi hanno scoperto ‘l’armadio della vergogna’ ed è venuto tutto alla luce. All’inizio facevo fatica a raccontare, volevo solo dimenticare, ma non si riesce a farlo. E’ sempre una ferita che fa male”. E anche oggi Ferruccio Laffi a 92 anni era li, con le lacrime agli oggi. Una ferita al cuore ed alla mente che non si è mai rimarginata. Il 30 settembre del 1944, 14 membri della sua famiglia vennero uccisi dalle truppe delle SS nel cortile della loro casa. Ferruccio, allora 16enne, scoprì cosa era accaduto solo a sera, quando rientrò a casa. Essere sui luoghi della memoria significa dare voce alle tante persone che oggi hanno un nome scolpito su una lapide, ma che avevano una storia che grazie a loro possiamo raccontare. I diritti acquisiti sono sempre il sacrificio di chi ci ha preceduto e spesso perso la vita per noi.Grazie Ferruccio essere li con te oggi è stato un onore
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.