Riflessioni sul referendum.

Come prevedibile ha vinto il SI. Spero davvero che, con il risultato di questo rederendum, si possa aprire una stagione di riforme. Non unicamente sulla legge elettorale, quanto piuttosto sui regolamenti parlamentari e, pertanto, sul miglioramento della nostra assemblea legislativa. Quello che adesso andrebbe messo a valore è l’investimento da fare sulla classe politica dirigente. Ne parliamo sempre, ma non lo facciamo mai. Dalla scelta delle urne discende un risparmio di 1 euro per ogni cittadino. Parliamo all’anno di un risparmio di circa 57 milioni: cifra che non risolve nessun problema strutturale dell’Italia, visto che il bilancio di parte corrente dello Stato è di 660 miliardi. Per diminuire i costi della politica c’erano altre modalità. Allora penso che irrobustire la formazione degli amministratori sarebbe il punto di partenza di un bellissimo investimento. Dare maggiori strumenti attraverso una scuola di specializzazione riservata a sindaci, assessori o consiglieri, finalizzata ad incrementare il patrimonio delle conoscenze nella gestione pubblica e indipendente dal titolo di studio che hanno. Investire in conoscenza significa investire nel capitale umano per avere competenze rafforzate e anche maggiormente motivate. Penso che resterà un mio sogno personale, ma i giovani vanno accompagnati nella guida e dobbiamo restituire la giusta dignità alla politica. Questo sarebbe un piccolo passo. Che volete: mi piace guardare sempre il bicchiere mezzo pieno.