Odiare vi costa, quindi…

“Praticate gentilezza a casaccio e atti di bellezza”

Scusate se scrivo solo ora, ma ieri la conferenza stampa fatta per presentare la campagna #odiareTiCosta era inserita in una giornata molto importante, durante la quale in Consiglio Comunale a Bologna dopo 2 commissioni consiliari, 30 incontri di quartieri fatti, consigli e commissioni aperte di quartiere, incontri specifici con i gruppi interessati (associazioni di volontariato, di categoria, rappresentanze sindacali, etc), 475 osservazioni ricevute delle quali l’80% accolte, abbiamo approvato, dopo 4 ore di discussione politica positiva e costruttiva il nuovo Piano del Traffico. Non si rinnovava questo strumento dal 2007 e quindi scusatemi se non ho avuto tempo di ringraziare i tantissimi che mi hanno scritto e spiegare le motivazioni che ci hanno spinto ad agire in questa campagna.
Non che io nel corso di diversi anni non sia stata abituata ad avere insulti. Sono però certa di poter dire che nel corso della mia esistenza sui social non ne ho dispensato nemmeno 1. Sono su questo mondo virtuale dal 2008, 12 anni, ed ho sempre provato a moderare sulla mia pagina chi pensava di insultare o insinuare commenti pesanti su altri. Ma io posso controllare il mio personale spazio e non quello che fanno gli altri, che però dovrebbero avere altrettanta cura. Ma questo molto spesso non avviene ed è come se ci si sentisse autorizzati ad esprimere pensieri senza veli, infamanti senza prove ed offensivi per il gusto di essere aggressivi. Ci si sfoga ed a vicenda ci si alimenta dello sfogo degli altri, senza pensare che le parole pesano ed hanno un costo. Quando mi scrivono che “devo essere sottoposta ad un T.S.O.” commento spesso ripetuto perché vengo ritenuta incapace di intendere e di volere (una gallina, mentecatta, stronza, una merda, eterodiretta, povereaccia, oltre che da impagliare, etc….) lo si fa senza sapere cosa significa davvero il vissuto di sofferenza che sta dietro a persone che subiscono questo trattamento. Io lo so perché li firmo i T.S.O. e tutte le volte mi sembra una sconfitta. Quando mi si scrive costantemente ed a più riprese che sono “corrotta” ed io e la giunta agiamo “per intascarci soldi e dividerci la torta”, non solo si diffama una persona tacciandola di un reato penale gravissimo, ma si svilisce la cosa più nobile che è la politica. Però si fa anche molto di più, perché automaticamente si accusa tutta la struttura tecnica del Comune di essere disonesta e corrotta e questo io non lo accetto! Ci sono delle prove? Si va in procura e si denuncia. Altrimenti è fango, melma, acqua avvelenata che inquina i pozzi. L’onestà per me è un principio faro e cardine, che sia chiaro a chi fino ad oggi pensava di avere la libertà di dire qualunque cosa.
Quindi da oggi partono 30 diffide e non la censura ad una pagina Facebook, che deve continuare ad esistere e che può svolgere un ruolo di critica costruttiva nel merito di un progetto. Non ho fatto nessuna segnalazione per fare chiudere la pagina, anche se la quantità di insulti ricevuti (decine di pagine registrate dal mio avvocato) avrebbero tranquillamente consentito di farlo.
Come ho detto in conferenza stampa, mi sono sentita a disagio ad intraprendere questa azione, perché da un lato sai che chi dall’altra parte fino ad oggi ti ha insultato sarà più cattivo di prima, dall’altra perché non è il mio stile. Ti senti quasi in colpa a tutelare la tua dignità. A questo oramai ci stiamo abituando ed è questo che non va bene. La cosa che più mi colpisce è l’età delle persone che più facilmente “eccedono”. In genere hanno più di 50 anni. Ti dici da una parte che forse c’è speranza perché i giovani hanno altri stili ed altre battaglie che vogliono combattere e dall’altra, che forse questa generazione ha un problema enorme da gestire. Infine non c’è niente da fare, se il bersaglio è donna l’insulto è più facile. Inutile parlare di femminicidio quando il rispetto è una costruzione così complicata.
Mi permetto di concludente dicendo che ho agito non solo nella tutela della mia persona e quindi dell’Amministrazione, ma soprattutto di quella di tutti i dipendenti e collaboratori che lavorano con me. Persone, perché prima di tutto siamo persone e non pagine, che ci mettono l’anima, le loro competenze e professionalità, ma anche i dispiaceri quando vedono questi commenti. Infine per l’onorabilità di mio papà, che è sempre stato un esempio di rettitudine.
Grazie al sindaco Merola per il sostegno in questa battaglia e all’avvocato Cathy La Torre per questa iniziativa pro bono.
#odiareTiCosta ma forse qualcuno lo doveva finalmente dire per riportare il dialogo ad un confronto civile.
Domani pubblico tutti i link degli incontri che in questo periodo sul tram abbiamo fatto. Perché non è vero che non ci sono stati momenti di confronto, è vero che si vuole fermare questa opera e basta.