Passante di Mezzo

E’ difficile fare le cose difficili:
parlare al sordo,
mostrare la rosa al cieco.
Bambini, imparate
a fare le cose difficili:
dare la mano al cieco,
cantare per il sordo,
liberare gli schiavi
che si credono liberi.

Gianni Rodari

Ieri è stato firmato in Regione l’Accordo per il potenziamento del nodo di Bologna che prevede l’ampliamento in sede sia dell’autostrada A14 che della tangenziale, portandole entrambe a tre corsie, più quella di emergenza, per ogni senso di marcia e anche il completamento e potenziamento delle arterie collegate con la realizzazione di opere di mitigazione ambientale. L’accordo è stato siglato dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dal ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Graziano Delrio, dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, dal sindaco di Bologna, Virginio Merola, dal direttore di Società Autostrade per l’Italia Spa (Aspi), Roberto Tomasi e da me in veste di consigliere delegato alla Mobilità e Infrastrutture della Città metropolitana.

È un progetto a cui personalmente lavoro da più di un anno e mezzo e credo veramente sia di portata storica per la città di Bologna. Un anno e mezzo intenso.

Quando il sindaco Merola mi conferì la delega alla mobilità, infrastrutture e viabilità mi ricordo che gli chiesi se fosse convinto della scelta, conoscendo fin dalle origini la mia posizione sul passante nord. Non ho mai condiviso l’accordo di luglio del 2014 sia per i contenuti che per le modalità con le quali era stato portato avanti. I sindaci dei comuni coinvolti non erano stati messi nelle condizioni di capire quale fosse il tracciato, gli impatti, l’utilità dell’opera in termini attualizzati. Un salto nel buio insomma. Quindi è da quel giorno che è partito questo nuovo percorso. Ricordo che alla mia domanda il sindaco rispose: “chi meglio di te conosce l”argomento”. Non potevo essere certa del risultato portato a casa oggi, ma di una cosa lo ero: per essere vincenti nelle scelte i sindaci dovevano essere uniti. Il mio principale sforzo all’inizio fu proprio questo. I colleghi devo dire che sono stati meravigliosi. Non tutte le posizioni coincidevano, ma lo sforzo della sintesi l’abbiamo messo tutti. Ed così che è arrivata la famosa nota dei 10 sindaci del 25 gennaio 2015 (li voglio ricordare: Claudia Muzic di Argelato, Belinda Gottardi di Castel Maggiore, Emanuele Bassi di Sala Bolognese, Stefano Fiorini di Zola Predosa, Isabella Conti di San Lazzaro, Erika Ferranti di Bentivoglio, Giulio Pierini di Budrio, Daniela Lo Conte di Granarolo e Stefano Sermenghi di Castenaso. La decima ero io). Da quel giorno in poi i consigli, le commissioni, le assemblee, i dibattiti pubblici, confronti con cittadini, comitati, portatori di interesse, si sono susseguiti (credo di averne fatti una ventina o forse più). Discussioni accese, contrapposte visioni, ma i sindaci li ho sentiti sempre li con me. Eravamo tutti in attesa che autostrade presentasse il progetto preliminare da esaminare. Quando arrivò a settembre la Regione fece un buon lavoro di coordinamento insieme alla Città Metropolitana per esaminare gli elaborati. L’esito degli incontri ci consentì di capire che eravamo lontani dalla soluzione del problema del nodo bolognese. Che in termini di costi/benefici (impatto ambientale , tempi, valore dell’opera, interventi di adduzione mancanti per renderla funzionale, parziale banalizzazione) non era sostenibile. Ecco quindi che la decisione più coraggiosa la prese il sindaco Merola. Lavorare su un progetto di potenziamento in sede.

Era necessario non solo risolvere i problema della congestione del traffico del nodo bolognese, ma anche il tema della mitigazione e inserimento ambientale della tangenziale che da tanti anni si aspettava. Dall’analisi del progetto del passante nord era risultato evidente infatti che gli aspetti dell’inquinamento ambientale non avrebbero trovato una soluzione ed i cittadini di Bologna avrebbero continuato ad avere un problema di polveri e CO2. Se si fosse realizzato il passante nord infatti per le mitigazione della tangenziale non avremmo potuto investire risorse.
E siamo ripartiti velocemente per trovare non una soluzione, ma la soluzione migliore per la città.
Un nuovo lavoro di squadra è partito e tutti gli attori si sono seduti al tavolo responsabilmente.
Il risultato di questa collaborazione tra Città Metropolitana, Comune di Bologna, Regione, Ministero ed Aspi è il nuovo accordo che abbiamo sottoscritto: è il passante di mezzo.
Un accordo in cui tutte le parti coinvolte hanno svolto un lavoro preliminare teso a risolvere problemi che da 30 anni attendono risposte. Un accordo che impone tempi serrati, ma anche momenti veri di confronto con i cittadini. Un accordo che assomiglia poco a quello del 2014 perché è molto attento agli impatti ambientali, di inserimento paesaggistico e di valorizzazione architettonica.
Dovremo essere bravi ancora per portarlo a compimento, ma se lo faremo (e credo che questo sia un imperativo categorico) Bologna Città Metropolitana sarà attraverso le sue infrastrutture la città più connessa, ma allo stesso tempo più sostenibile d’Italia.

Ritorno da dove sono partita: dai sindaci. Vi ringrazio tutti. Lavorare insieme è stato un onore ed un privilegio. Ringrazio il sindaco Merola per la fiducia avuta nei miei confronti ed il coraggio del cambiamento. Non accade spesso. Ringrazio i tecnici che insieme a me hanno lavorato. Di sabato, di domenica, di notte. Ringrazio tutti i cittadini incontrati, i comitati, le associazioni che pur nel confronto difficile hanno messo la loro passione e dato un loro contributo. Tutto questo è avvenuto in un anno e mezzo. E tuttavia siamo solo all’inizio, ma chi ben comincia si dice che è a metà dell’opera!

 

Ulteriori informazioni sul sito della Regione Emilia-Romagna

Il video della storica firma sul sito de Il Resto del Carlino

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